Pytheas
2006-12-31 11:45:33 UTC
Colloquio a tutto campo con il presidente dell'Unione Italiana
e deputato della CNI al Sabor Furio Radin
«Le Comunità e le scuole devono parlare italiano
condizione essenziale per tutelare la nostra identità»
L'opposizione? È soltanto una questione di tempo.
L'importante è mantenere l'unità dell'UI
FIUME - Sta finendo un anno ricco di avvenimenti e di successi per la
comunità nazionale italiana. Come non ricordare, ad esempio, l'approvazione
bipartisan al Parlamento di Roma della legge sull'acquisizione della doppia
cittadinanza da parte dei discendenti dei connazionali dell'Istria, del
Quarnero e della Dalmazia, nonché il rifinanziamento, sempre con l'ampio
sostegno di principio delle forze politiche dell'arco parlamentare romano,
della legge sulle attività in favore della CNI. La "ciliegina sulla torta",
poi, è stata rappresentata dall'aumento, previsto per il 2007, di ben il 18
per cento dei finanziamenti dello Stato croato a favore delle istituzioni
delle comunità nazionali. Ma l'anno che sta per finire è stato
caratterizzato anche dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea
dell'Unione Italiana. Si è trattato di una consultazione che ha fatto sì
emergere qualche nome nuovo, ma che nel suo complesso è stata all'insegna
della continuità. Al vertice dell'Assemblea a Maurizio Tremul (duvenuto
presidente della Giunta esecutiva) è subentrato Furio Radin che dagli anni
novanta ormai è anche deputato al seggio specifico della CNI al Sabor
statale croato. Per evitare l'"accumulo di incarichi", lo ricordiamo,
quest'anno l'on. Furio Radin ha rassegnato le dimissioni da presidente del
Comites Fiume, passando a Virgilio Giuricin le redini del Comitato che
rappresenta i cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare
fiumana.
Per fare il punto sui traguardi conseguiti nel 2006, sulle prospettive per
il 2007, ma anche sullo "stato di salute" della comunità nazionale italiana
è praticamente d'obbligo alla vigilia di San Silvestro un colloquio a tutto
campo con il presidente dell'Unione Italiana.
CNI, in futuro sarà notevole il peso elettorale
Dai connazionali il 2006 sarà ricordato sicuramente come l'anno della doppia
cittadinanza. Quali le prospettive e gli scenari che si apriranno per la
minoranza quando praticamente tutti gli appartenenti alla CNI potranno
disporre pure del passaporto italiano?
Mentre per gli anziani, la cittadinanza italiana ha avuto soprattutto un
significato emotivo, per i giovani potrà produrre anche effetti pratici. Gli
studenti connazionali, ad esempio, in Italia potranno frequentare i corsi
universitari con i diritti che hanno tutti gli italiani, e in seguito
potranno dividere la propria vita professionale tra la Croazia, l'Italia e
gli altri Paesi europei. In futuro, un numero relativamente alto di
cittadini italiani nei nostri territori, tradotto in voti, potrebbe fare
crescere considerevolmente il grado di interesse che la Roma politica ha nei
nostri confronti. In ogni caso, le cittadinanze italiane influiranno in
maniera positiva sulla crescita della nostra comunità nazionale.
Creare stimoli per i giovani
Lei ha fatto presente a volte il problema rappresentato dalle CI vuote, ha
rilevato che la CNI è una comunità anziana. Eppure tanti giovani si fanno
avanti per il passaporto italiano... Un segno che i giovani ci sono eccome?
I giovani ci sono, ma rimangono politicamente invisibili. D'altro canto ho
sempre provato poca simpatia per i giovani che si conformano al sistema, e
che si adattano alle regole del gioco. Se la nostra fosse una comunità
grande, direi che forse è meglio aspettare che le nuove generazioni trovino
da sole la forza di prenderne le redini, senza tutori. Non essendo questo il
nostro caso, dobbiamo creare degli stimoli, mettere a disposizione dei
giovani le nostre risorse anche quando non le rivendicano. Oltre al Forum
dei giovani vanno creati degli spazi molto flessibili, dandoli in
autogestione a gruppi spontanei di giovani, non necessariamente soltanto
italiani. Le Comunità degli Italiani, d'alto canto, oltre che di spazi per i
giovani devono offrire opportunità anche gli anziani, che rappresentano la
nostra memoria collettiva.
Elettori dell'etnia: desiderio di continuità
Il 2006 è stato l'anno delle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea
dell'Unione Italiana: quali sono, secondo lei, le indicazioni politiche
scaturite da questo voto?
Il voto del 2006 rappresenta senza dubbio il desiderio di continuità del
nostro elettorato. La nostra comunità ha però bisogno anche di cambiamenti
che tengano conto della nostra nuova realtà, quella rappresentata dai
matrimoni misti, dalle identità sovrapposte, dalla comunicazione
interetnica. Le nostre Comunità, le nostre scuole ed istituzioni devono
parlare italiano, condizione essenziale per tutelare la nostra identità,
rivolgendosi agli altri, proprio per impedire l'assimilazione. La nostra
cultura è abbastanza forte da reggere il confronto con gli altri, a
prescindere dal nostro numero. Inoltre, dobbiamo insegnare la parlata
istro-veneta e gli altri dialetti del nostro territorio ai giovani. Ci siamo
vergognati per troppo tempo di non parlare l'italiano come i toscani, oggi
dobbiamo essere anche orgogliosi di parlare bene il fiumano, il polesano, il
rovignese, il vallese, il bumbaro...
Come vede, le indicazioni politiche del nostro voto sono soprattutto di
ordine culturale: il rispetto della tradizione, chiesto dalla nostra gente,
deve però essere coadiuvato dal cambiamento, dai passi in avanti che il buon
politico deve saper compiere, con i rischi e le responsabilità che ne
conseguono.
Società civile osteggiata da alcune leadership locali
Lo sviluppo della società civile è stata la grande novità programmatica
dell'Unione Italiana da lei guidata...
E, naturalmente, ha trovato subito degli ostacoli. Lo sviluppo della società
civile, fondato sulla libertà di iniziativa dell'individuo, trova i propri
avversari naturali in alcune leadership locali, che la percepiscono come
rivale. La partecipazione spontanea alle attività, ma anche alla gestione
della comunità, oltre ad offrire nuove opportunità, rappresenta una
necessità per i gruppi umani piccoli, per i quali ogni individuo è una
risorsa preziosa. Dobbiamo rispettare ogni connazionale, ascoltarlo,
aiutarlo e mettergli a disposizione i nostri servizi. Questo aspetto della
società, umano e di tutela del gruppo, è la migliore garanzia della nostra
crescita civile. I dirigenti delle nostre Comunità hanno tutto l'interesse a
stimolare le iniziative dal basso, a creare una società fondata sulla libera
associazione dei connazionali a livello locale. In tal modo si rispetta a
dignità degli italiani, si rende onore alla loro grande cultura e civiltà.
Si fondono gli aspetti politici e culturali
La dimensione politica quale ruolo potrà rivestire nel futuro dell'Unione
Italiana?
Gli aspetti politici e culturali, nelle comunità nazionali minoritarie si
fondono. La politica è uno degli strumenti fondamentali per il mantenimento
dell'identità nazionale, certamente non l'unico, ma a volte, e soprattutto
nei momenti critici, il più necessario. La dimensione politica continuerà ad
essere importante per la nostra comunità anche in futuro, e speriamo che non
smetta mai di esserlo, dato che, a pensarci bene, ciò succede soltanto con l'assimilazione...
Auguro alla CNI un'opposizione forte e attiva
Qualcuno ha lamentato la scarsa presenza di una dialettica interna
nell'Assemblea dell'Unione Italiana...
Auguro alla nostra comunità nazionale un'opposizione forte e attiva, nel
rispetto delle regole democratiche. Senza opposizione non c'è vitalità, non
ci sono idee nuove. L'opposizione non si può inventare, quando non c'è. Ma è
soltanto una questione di tempo: i gruppi di opposizione possono
manifestarsi letteralmente da un giorno all'altro, e prima o poi succederà.
L'importante è mantenere l'unità della nostra organizzazione, mantenere l'Unione,
e rispettare gli interessi e le opinioni dei connazionali.
Le regole elettorali cambieranno certamente
Ritiene auspicabile un ripensamento del sistema elettorale dell'Unione
Italiana, come ipotizzato nel corso di quest'anno da singoli esponenti
dell'etnia?
Sono certo che le regole elettorali cambieranno, per le prossime elezioni.
Bisogna però tener presente che alle legittime richieste delle Comunità
grandi vanno sommate quelle, ugualmente importanti, delle realtà piccole.
Siamo troppo piccoli per non avere sensibilità per chi, al nostro interno, è
ancora più debole. Queste due tipologie di interessi, chiaramente
contrapposte, impongono soluzioni eque e sagge.
Fondamentalmente rispettato l'accordo con Sanader
Si sta per concludere a livello nazionale croato la legislatura
caratterizzata, per quanto concerne la comunità nazionale italiana,
dall'accordo di programma da lei firmato con il premier Ivo Sanader. Quale
il bilancio...
Quella di appoggiare l'attuale Governo croato è stata una decisione
sofferta, ma più che pragmatica, in un certo senso dovuta, dato che non c'erano
più possibilità, ma soltanto una da accettare o rifiutare (e, di
conseguenza, rimanere con le mani in mano per quattro anni). Il nostro
accordo di programma, fondamentalmente, è stato rispettato, con molte
novità, tra le quali un aumento di bilancio che, includendo il finanziamento
particolare per l'EDIT sfiora il 70 per cento. La nuova legge sulle
denominazioni delle Contee, delle città e dei comuni, oggi ci permette di
inaugurare il nuovo tratto della superstrada istriana con cartelli quasi
integralmente bilingui, e in futuro sarà così per tutto il percorso. Le
conseguenze di questa legge saranno, però, ben più profonde, come anche
quelle dell'applicazione dell'articolo 3 dell'Accordo italo-croato sulle
minoranze. Ci sono, infatti, dei punti dell'accordo politico con il Governo
che, per essere realizzati, avranno bisogno di più legislature.
«Grazie Italia!»
Tra gli altri risultati di rilievo, ci tengo a rilevare l'importanza dell'apertura
degli sportelli in italiano presso le Questure di Pola e Fiume e l'inserimento
nei libri paga del ministero per l'Istruzione degli insegnanti di italiano
nelle scuole della maggioranza, sospeso dalla tristemente nota ministro
Vokic, nel 1997. La nuova scuola di Buie e la palestra di Pola, hanno
certamente un significato particolare, ma qui bisogna ringraziare anche il
Governo italiano, i finanziamenti del quale superano di gran lunga quelli di
Croazia e Slovenia messe insieme. Grazie Italia !
Non sono soddisfatto di come viene applicato il bilinguismo, anche per
quanto riguarda le competenze dei comuni e delle contee, ma soprattutto nei
tribunali, e qui ci sarà ancora molto da lavorare.
Esami nazionali: ascolterò il mondo della scuola
Alle nostre scuole sta a cuore il nodo degli esami nazionali. Si prefigura
una soluzione che eviti di essere discriminatoria per gli alunni dell'etnia
e faccia salvi i diritti acquisiti?
Gli esami nazionali includeranno l'italiano, ma saranno i nostri docenti a
sceglierne le modalità. Io ascolterò il mondo della scuola e agirò di
conseguenza, anche se, personalmente, ritengo che la discriminazione sarebbe
nel darci sapere in meno, non in più. Nel mondo, ci sono genitori che pagano
fior di quattrini per far fare ai propri figli esami aggiuntivi... Forse è
un bene che non sia io a decidere...
Ancora molti i compiti a portare a termine
L'anno prossimo ci attendono le elezioni politiche. La domanda scontata è:
si ricandiderà? Ritiene di avere ancora dei compiti da portare a termine?
Ci sono ancora molti compiti da portare a termine. Non so se mi ricandiderò,
forse quattro mandati sono sufficienti.
Quando si parla di elezioni il discorso cade inevitabilmente sugli elenchi
elettorali, di cui finora la CNI non è apparsa soddisfatta. È in cantiere al
Sabor la nuova legge, ma sembra che non vi saranno rivoluzioni. Quale la sua
posizione?
Gli elenchi elettorali dei gruppi etnici minoritari sono un argomento molto
specifico, già trattato dalla nostra Commissione parlamentare, che
riprenderemo nel proseguimento dei lavori. Anche l'Unione Italiana dovrà
includersi nel dibattito, da un lato collaborando con la Commissione
elettorale nazionale, che ora è permanente, dall'altro informando i propri
membri sulla procedura di verifica, che va adottata individualmente, ma
anche organizzata e coordinata dalla nostra massima associazione. In altri
termini, dovremo indicare ai molti italiani che non lo sanno, la procedura
per inserirsi nell'elenco elettorale, dato che, in questo caso, possiamo
fidarci soltanto di noi stessi.
Rinnovata collaborazione con gli esuli
Unione e Dieta in Istria: una partnership strategica destinata a proseguire?
Soltanto luci o anche qualche ombra?
Anche ombre, certamente, ma è un dato di fatto che, nei comuni in cui la
Dieta democratica istriana ha poca influenza, c'è anche più freddezza
politica e umana nei nostri confronti... È chiaro, perciò, che la
collaborazione continua !
Quali i compiti prioritari dell'Unione Italiana per l'anno prossimo?
Le cittadinanze italiane, le istituzioni, prime fra tutte quelle
scolastiche, l'EDIT e il Centro di ricerche storiche, le elezioni politiche
nella Repubblica di Croazia, un approccio incentrato sull'individuo. E tante
altre cose che saranno gli stessi connazionali ad indicarci. Infine, una
collaborazione rinnovata con il nostro alter-ego, la parte di noi esodata
dopo la II Guerra mondiale. Dimenticarci di loro significa scordare noi
stessi.
e deputato della CNI al Sabor Furio Radin
«Le Comunità e le scuole devono parlare italiano
condizione essenziale per tutelare la nostra identità»
L'opposizione? È soltanto una questione di tempo.
L'importante è mantenere l'unità dell'UI
FIUME - Sta finendo un anno ricco di avvenimenti e di successi per la
comunità nazionale italiana. Come non ricordare, ad esempio, l'approvazione
bipartisan al Parlamento di Roma della legge sull'acquisizione della doppia
cittadinanza da parte dei discendenti dei connazionali dell'Istria, del
Quarnero e della Dalmazia, nonché il rifinanziamento, sempre con l'ampio
sostegno di principio delle forze politiche dell'arco parlamentare romano,
della legge sulle attività in favore della CNI. La "ciliegina sulla torta",
poi, è stata rappresentata dall'aumento, previsto per il 2007, di ben il 18
per cento dei finanziamenti dello Stato croato a favore delle istituzioni
delle comunità nazionali. Ma l'anno che sta per finire è stato
caratterizzato anche dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea
dell'Unione Italiana. Si è trattato di una consultazione che ha fatto sì
emergere qualche nome nuovo, ma che nel suo complesso è stata all'insegna
della continuità. Al vertice dell'Assemblea a Maurizio Tremul (duvenuto
presidente della Giunta esecutiva) è subentrato Furio Radin che dagli anni
novanta ormai è anche deputato al seggio specifico della CNI al Sabor
statale croato. Per evitare l'"accumulo di incarichi", lo ricordiamo,
quest'anno l'on. Furio Radin ha rassegnato le dimissioni da presidente del
Comites Fiume, passando a Virgilio Giuricin le redini del Comitato che
rappresenta i cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare
fiumana.
Per fare il punto sui traguardi conseguiti nel 2006, sulle prospettive per
il 2007, ma anche sullo "stato di salute" della comunità nazionale italiana
è praticamente d'obbligo alla vigilia di San Silvestro un colloquio a tutto
campo con il presidente dell'Unione Italiana.
CNI, in futuro sarà notevole il peso elettorale
Dai connazionali il 2006 sarà ricordato sicuramente come l'anno della doppia
cittadinanza. Quali le prospettive e gli scenari che si apriranno per la
minoranza quando praticamente tutti gli appartenenti alla CNI potranno
disporre pure del passaporto italiano?
Mentre per gli anziani, la cittadinanza italiana ha avuto soprattutto un
significato emotivo, per i giovani potrà produrre anche effetti pratici. Gli
studenti connazionali, ad esempio, in Italia potranno frequentare i corsi
universitari con i diritti che hanno tutti gli italiani, e in seguito
potranno dividere la propria vita professionale tra la Croazia, l'Italia e
gli altri Paesi europei. In futuro, un numero relativamente alto di
cittadini italiani nei nostri territori, tradotto in voti, potrebbe fare
crescere considerevolmente il grado di interesse che la Roma politica ha nei
nostri confronti. In ogni caso, le cittadinanze italiane influiranno in
maniera positiva sulla crescita della nostra comunità nazionale.
Creare stimoli per i giovani
Lei ha fatto presente a volte il problema rappresentato dalle CI vuote, ha
rilevato che la CNI è una comunità anziana. Eppure tanti giovani si fanno
avanti per il passaporto italiano... Un segno che i giovani ci sono eccome?
I giovani ci sono, ma rimangono politicamente invisibili. D'altro canto ho
sempre provato poca simpatia per i giovani che si conformano al sistema, e
che si adattano alle regole del gioco. Se la nostra fosse una comunità
grande, direi che forse è meglio aspettare che le nuove generazioni trovino
da sole la forza di prenderne le redini, senza tutori. Non essendo questo il
nostro caso, dobbiamo creare degli stimoli, mettere a disposizione dei
giovani le nostre risorse anche quando non le rivendicano. Oltre al Forum
dei giovani vanno creati degli spazi molto flessibili, dandoli in
autogestione a gruppi spontanei di giovani, non necessariamente soltanto
italiani. Le Comunità degli Italiani, d'alto canto, oltre che di spazi per i
giovani devono offrire opportunità anche gli anziani, che rappresentano la
nostra memoria collettiva.
Elettori dell'etnia: desiderio di continuità
Il 2006 è stato l'anno delle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea
dell'Unione Italiana: quali sono, secondo lei, le indicazioni politiche
scaturite da questo voto?
Il voto del 2006 rappresenta senza dubbio il desiderio di continuità del
nostro elettorato. La nostra comunità ha però bisogno anche di cambiamenti
che tengano conto della nostra nuova realtà, quella rappresentata dai
matrimoni misti, dalle identità sovrapposte, dalla comunicazione
interetnica. Le nostre Comunità, le nostre scuole ed istituzioni devono
parlare italiano, condizione essenziale per tutelare la nostra identità,
rivolgendosi agli altri, proprio per impedire l'assimilazione. La nostra
cultura è abbastanza forte da reggere il confronto con gli altri, a
prescindere dal nostro numero. Inoltre, dobbiamo insegnare la parlata
istro-veneta e gli altri dialetti del nostro territorio ai giovani. Ci siamo
vergognati per troppo tempo di non parlare l'italiano come i toscani, oggi
dobbiamo essere anche orgogliosi di parlare bene il fiumano, il polesano, il
rovignese, il vallese, il bumbaro...
Come vede, le indicazioni politiche del nostro voto sono soprattutto di
ordine culturale: il rispetto della tradizione, chiesto dalla nostra gente,
deve però essere coadiuvato dal cambiamento, dai passi in avanti che il buon
politico deve saper compiere, con i rischi e le responsabilità che ne
conseguono.
Società civile osteggiata da alcune leadership locali
Lo sviluppo della società civile è stata la grande novità programmatica
dell'Unione Italiana da lei guidata...
E, naturalmente, ha trovato subito degli ostacoli. Lo sviluppo della società
civile, fondato sulla libertà di iniziativa dell'individuo, trova i propri
avversari naturali in alcune leadership locali, che la percepiscono come
rivale. La partecipazione spontanea alle attività, ma anche alla gestione
della comunità, oltre ad offrire nuove opportunità, rappresenta una
necessità per i gruppi umani piccoli, per i quali ogni individuo è una
risorsa preziosa. Dobbiamo rispettare ogni connazionale, ascoltarlo,
aiutarlo e mettergli a disposizione i nostri servizi. Questo aspetto della
società, umano e di tutela del gruppo, è la migliore garanzia della nostra
crescita civile. I dirigenti delle nostre Comunità hanno tutto l'interesse a
stimolare le iniziative dal basso, a creare una società fondata sulla libera
associazione dei connazionali a livello locale. In tal modo si rispetta a
dignità degli italiani, si rende onore alla loro grande cultura e civiltà.
Si fondono gli aspetti politici e culturali
La dimensione politica quale ruolo potrà rivestire nel futuro dell'Unione
Italiana?
Gli aspetti politici e culturali, nelle comunità nazionali minoritarie si
fondono. La politica è uno degli strumenti fondamentali per il mantenimento
dell'identità nazionale, certamente non l'unico, ma a volte, e soprattutto
nei momenti critici, il più necessario. La dimensione politica continuerà ad
essere importante per la nostra comunità anche in futuro, e speriamo che non
smetta mai di esserlo, dato che, a pensarci bene, ciò succede soltanto con l'assimilazione...
Auguro alla CNI un'opposizione forte e attiva
Qualcuno ha lamentato la scarsa presenza di una dialettica interna
nell'Assemblea dell'Unione Italiana...
Auguro alla nostra comunità nazionale un'opposizione forte e attiva, nel
rispetto delle regole democratiche. Senza opposizione non c'è vitalità, non
ci sono idee nuove. L'opposizione non si può inventare, quando non c'è. Ma è
soltanto una questione di tempo: i gruppi di opposizione possono
manifestarsi letteralmente da un giorno all'altro, e prima o poi succederà.
L'importante è mantenere l'unità della nostra organizzazione, mantenere l'Unione,
e rispettare gli interessi e le opinioni dei connazionali.
Le regole elettorali cambieranno certamente
Ritiene auspicabile un ripensamento del sistema elettorale dell'Unione
Italiana, come ipotizzato nel corso di quest'anno da singoli esponenti
dell'etnia?
Sono certo che le regole elettorali cambieranno, per le prossime elezioni.
Bisogna però tener presente che alle legittime richieste delle Comunità
grandi vanno sommate quelle, ugualmente importanti, delle realtà piccole.
Siamo troppo piccoli per non avere sensibilità per chi, al nostro interno, è
ancora più debole. Queste due tipologie di interessi, chiaramente
contrapposte, impongono soluzioni eque e sagge.
Fondamentalmente rispettato l'accordo con Sanader
Si sta per concludere a livello nazionale croato la legislatura
caratterizzata, per quanto concerne la comunità nazionale italiana,
dall'accordo di programma da lei firmato con il premier Ivo Sanader. Quale
il bilancio...
Quella di appoggiare l'attuale Governo croato è stata una decisione
sofferta, ma più che pragmatica, in un certo senso dovuta, dato che non c'erano
più possibilità, ma soltanto una da accettare o rifiutare (e, di
conseguenza, rimanere con le mani in mano per quattro anni). Il nostro
accordo di programma, fondamentalmente, è stato rispettato, con molte
novità, tra le quali un aumento di bilancio che, includendo il finanziamento
particolare per l'EDIT sfiora il 70 per cento. La nuova legge sulle
denominazioni delle Contee, delle città e dei comuni, oggi ci permette di
inaugurare il nuovo tratto della superstrada istriana con cartelli quasi
integralmente bilingui, e in futuro sarà così per tutto il percorso. Le
conseguenze di questa legge saranno, però, ben più profonde, come anche
quelle dell'applicazione dell'articolo 3 dell'Accordo italo-croato sulle
minoranze. Ci sono, infatti, dei punti dell'accordo politico con il Governo
che, per essere realizzati, avranno bisogno di più legislature.
«Grazie Italia!»
Tra gli altri risultati di rilievo, ci tengo a rilevare l'importanza dell'apertura
degli sportelli in italiano presso le Questure di Pola e Fiume e l'inserimento
nei libri paga del ministero per l'Istruzione degli insegnanti di italiano
nelle scuole della maggioranza, sospeso dalla tristemente nota ministro
Vokic, nel 1997. La nuova scuola di Buie e la palestra di Pola, hanno
certamente un significato particolare, ma qui bisogna ringraziare anche il
Governo italiano, i finanziamenti del quale superano di gran lunga quelli di
Croazia e Slovenia messe insieme. Grazie Italia !
Non sono soddisfatto di come viene applicato il bilinguismo, anche per
quanto riguarda le competenze dei comuni e delle contee, ma soprattutto nei
tribunali, e qui ci sarà ancora molto da lavorare.
Esami nazionali: ascolterò il mondo della scuola
Alle nostre scuole sta a cuore il nodo degli esami nazionali. Si prefigura
una soluzione che eviti di essere discriminatoria per gli alunni dell'etnia
e faccia salvi i diritti acquisiti?
Gli esami nazionali includeranno l'italiano, ma saranno i nostri docenti a
sceglierne le modalità. Io ascolterò il mondo della scuola e agirò di
conseguenza, anche se, personalmente, ritengo che la discriminazione sarebbe
nel darci sapere in meno, non in più. Nel mondo, ci sono genitori che pagano
fior di quattrini per far fare ai propri figli esami aggiuntivi... Forse è
un bene che non sia io a decidere...
Ancora molti i compiti a portare a termine
L'anno prossimo ci attendono le elezioni politiche. La domanda scontata è:
si ricandiderà? Ritiene di avere ancora dei compiti da portare a termine?
Ci sono ancora molti compiti da portare a termine. Non so se mi ricandiderò,
forse quattro mandati sono sufficienti.
Quando si parla di elezioni il discorso cade inevitabilmente sugli elenchi
elettorali, di cui finora la CNI non è apparsa soddisfatta. È in cantiere al
Sabor la nuova legge, ma sembra che non vi saranno rivoluzioni. Quale la sua
posizione?
Gli elenchi elettorali dei gruppi etnici minoritari sono un argomento molto
specifico, già trattato dalla nostra Commissione parlamentare, che
riprenderemo nel proseguimento dei lavori. Anche l'Unione Italiana dovrà
includersi nel dibattito, da un lato collaborando con la Commissione
elettorale nazionale, che ora è permanente, dall'altro informando i propri
membri sulla procedura di verifica, che va adottata individualmente, ma
anche organizzata e coordinata dalla nostra massima associazione. In altri
termini, dovremo indicare ai molti italiani che non lo sanno, la procedura
per inserirsi nell'elenco elettorale, dato che, in questo caso, possiamo
fidarci soltanto di noi stessi.
Rinnovata collaborazione con gli esuli
Unione e Dieta in Istria: una partnership strategica destinata a proseguire?
Soltanto luci o anche qualche ombra?
Anche ombre, certamente, ma è un dato di fatto che, nei comuni in cui la
Dieta democratica istriana ha poca influenza, c'è anche più freddezza
politica e umana nei nostri confronti... È chiaro, perciò, che la
collaborazione continua !
Quali i compiti prioritari dell'Unione Italiana per l'anno prossimo?
Le cittadinanze italiane, le istituzioni, prime fra tutte quelle
scolastiche, l'EDIT e il Centro di ricerche storiche, le elezioni politiche
nella Repubblica di Croazia, un approccio incentrato sull'individuo. E tante
altre cose che saranno gli stessi connazionali ad indicarci. Infine, una
collaborazione rinnovata con il nostro alter-ego, la parte di noi esodata
dopo la II Guerra mondiale. Dimenticarci di loro significa scordare noi
stessi.